Frattini: L'Italia può alzare la voce e forzare la mano

Ampi stralci dell'intervento alla Camera del responsabile esteri Pdl

Franco Frattini

"Dopo decenni di successi e crisi regionali, dopo il raggiungimento di obiettivi straordinari che forse nemmeno De Gasperi, Adenauer o Schuman immaginavano, noi europei ci interroghiamo oggi sugli effetti di una crisi profonda, anzitutto politica e non certo solamente economico-finanziaria, che attraversa la regione del mondo finora più stabile e più sicura". Lo ha affermato il deputato del Pdl, Franco Frattini, intervenendo alla Camera. "L’Italia può alzare la voce e talvolta anche forzare la mano, magari dicendo dei "no", affinché il progetto degli Stati Uniti d’Europa non scompaia dai nostri radar. Diciamolo subito, con chiarezza: cancellare i traguardi europei sinora raggiunti, dal mercato comune all’abolizione delle barriere doganali interne, dalla libera circolazione delle persone all’Euro, significherebbe portare 500milioni di europei indietro nella storia e condannarli tutti alla irrilevanza nel mondo globalizzato, in cui le potenze emergenti - e già emerse - in America, Asia e Africa sono ormai assai più forti economicamente e strategicamente significative, se comparate ai ’piccoli’ stati nazionali della nostra Europa. Più Europa e non meno Europa. Capacità di ’proteggere’ interessi legittimi dei cittadini e delle imprese imponendo regole di responsabilità nazionale, ma al tempo stesso non dimenticando che la solidarietà tra Stati membri è pilastro fondamentale dell’Europa, che si parli di fondo salvastati o di politiche comuni per l’immigrazione. Guai se ci rassegnassimo all’uscita della Grecia. Avremo dato una picconata all’edificio comune.

Sulla costruzione, secondo una road map da tracciare ora, dell’Unione bancaria e del governo europeo dell’economia che permetta alla Bce di utilizzare i soli strumenti che la speculazione internazionale teme: una barriera solida di disponibilità, di liquidità che bisogna avere e poter utilizzare sapendo che, proprio allora, non la utilizzeremo perché gli speculatori non proveranno ad aggredire una fortezza che non possono espugnare. E ancora signor Presidente, insista per una data certa, ravvicinata, prima della fine di luglio, per la trasformazione del fondo transitorio in fondo permanente di stabilità e garanzia. Se ne avvantaggerà l’Europa, ed anche gli Stati nazionali poiché le quote di concorso al fondo - diversamente da quanto accade per l’ESFM - non saranno calcolate ad aumentare il deficit nazionale. In conclusione, Signor Presidente, la forza politica che un’ampia maggioranza parlamentare sta per darle si unisce alla sua personale credibilità , ed alle capacita che anche di recente i leader delG20 le hanno riconosciuto nell’affrontare la delicata fase che attraversiamo. La leadership si esercita battendosi per valori su cui talora non si può cedere. L’Europa politica, l’integrazione degli Stati e la cittadinanza comune dei popoli, la centralità della persona umana, sono principi per cui l’Italia può alzare la voce, talvolta anche forzare la mano. Anche dire no! Affinché l’obiettivo, visionario e ambizioso, degli Stati Uniti d’Europa e di istituzioni di governo europee elette dai cittadini non scompaia dal nostro radar".

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