LIBRO / L'uso politico della giustizia: di Fabrizio Cicchitto

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L’uso politico della giustizia: di Fabrizio Cicchitto

In origine la disamina di questo libro su sessant’anni di uso politico della giustizia in Italia si fermava alla vigilia delle elezioni del 2006. Poi tra il 2008 e il 2009 sono avvenuti una serie di scandali che hanno riguardato regioni e comuni amministrati dalla sinistra: scandali che hanno coinvolto la Basilicata, la Campania, Bologna, la Calabria, la Puglia. Anche la prefazione a questa nuova edizione è stata già superata dall’affastellarsi sempre più vorticoso degli eventi. Proprio il verificare l’analisi con quel che è accaduto subito dopo, però, dà alla trattazione di Fabrizio Cicchitto un vigore quasi profetico. 


In estrema sintesi, dopo anni in cui un certo tipo di circuito giudiziario-mediatico ha cercato di azzoppare Berlusconi attraverso casi di natura economico-finanziaria, è stato quando questo tipo di scandali ha invece minacciato di travolgere il centro-sinistra che si sarebbe deciso di cambiare registro, per dare invece “il via libera a un invasivo ‘network della sorveglianza’ in cui c’è una sorta di Grande Fratello che sovrintende alle intercettazioni, un network che paradossalmente si innesta su tutte le libertà, e sulle stesse trasgressioni – la libertà di parola, la libertà sessuale, la libera intrapresa economica e di organizzazione sociale – per alcuni aspetti accentuate e rilanciate proprio dalla componente libertaria, libertina, liberale del Sessantotto”. Si parla appena di Anemone e P3: ma qua c’è già tutta la lucida previsione dell’imminente Bunga Bunga. D’altra parte, le modalità selettive con cui un certo tipo di magistrati hanno rimodulato il sistema politico italiano era stata già ricostruita in dettaglio già nella parte di trattazione aggiornata al 2006. “Il Pci-Pds”, spiega Cicchitto, “è sempre stato un ‘partito-azienda’ (evidentemente alla rovescia rispetto a come è stata costituita Forza Italia), avendo incorporato in se stesso il sistema della Lega delle cooperative, l’Unipol, in parte il Monte dei Paschi”. Ma dopo l’iniziale coinvolgimento, buono comunque a distruggerne la deviante componente migliorista, Tangentopoli l’ha surrettiziamente risparmiato dal fuoco in cui sono stati immolati Dc, Psi, Psdi, Pri e Pli. Allo stesso modo indagini e sentenze sono state diversificate in modo da risparmiare anche la Fiat e la sinistra Dc. E anche Berlusconi: fino a quando non ha deciso nel 1993 di scendere in politica, momento dal quale “ha totalizzato circa quaranta provvedimenti giudiziari e la Fininvest ha avuto dal 1993 ai giorni nostri circa quattrocento fra perquisizioni e sequestri di documenti”. Tratto da Il Foglio

Fabrizio Cicchitto
Editore: Mondadori
Prezzo: 8,40 euro

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