LIBRO / Il terrore rosso in Russia: di Sergej P. Mel'gunov

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 Il terrore rosso in Russia: di Sergej P. Mel’gunov

Sergej Mel’gunov nasce a Mosca nel 1879. Laureato in storia, dopo i moti del 1905 aderisce al partito dei socialisti-popolari; nel 1911 fonda e dirige un’impresa unica nel panorama editoriale russo: una casa editrice cooperativa che arriva a contare oltre cinquecento soci tra scrittori, giornalisti, studiosi, in buona parte dedicata alla pubblicazione di libri a bassissimo costo per l’istruzione del popolo. Entusiasta sostenitore della rivoluzione del febbraio 1917, si oppone invece a quella bolscevica dell’ottobre, fermo nella difesa dell’Assemblea costituente, che ritiene l’unica garanzia di una democrazia reale. 


Tutto sommato gli va bene: dopo qualche arresto, innumerevoli perquisizioni, una condanna a morte commutata in dieci anni di reclusione, scontato poco più di un anno di carcere, viene liberato e nel 1922 mandato in esilio, insieme a un gruppo di intellettuali troppo noti per essere eliminati senza suscitare reazioni in occidente. A Berlino pubblica, l’anno successivo, “Il terrore rosso”, una delle prime testimonianze dirette su quel che stava accadendo in Russia agli esordi del nuovo regime. Uscito nel 1923 in russo e in tedesco, “Il terrore rosso” fu tradotto nel 1925 in inglese e nel 1927 in francese. In Russia fu pubblicato nel 1990 e  quella che finalmente arriva in libreria per Jaca Book è la prima edizione italiana. Contro il giustificazionismo di Gor’kij che attribuiva le violenze all’“eccezionale crudeltà del popolo russo”, contro l’irenismo dell’allora Alto commissario della Società delle Nazioni che invitava a “comprendere” e “perdonare” le inevitabili vendette degli oppressi contro i vecchi oppressori, Mel’gunov pensa che non si tratta di “eccessi”: “Il terrore bolscevico è un sistema di metodica attuazione della violenza e dell’arbitrio, è l’apoteosi senza remore dell’omicidio inteso come strumento di dominio alla quale non era ancora arrivato nessun potere al mondo”. I dati di fatto sono inoppugnabili e impressionanti. L’affermazione di Trockij (“Il nemico deve essere reso inoffensivo; in tempo di guerra questo significa: sterminato”) è alla base dell’ordinanza dell’8 gennaio 1918: “Gli agitatori controrivoluzionari verranno fucilati sul posto”. “La nostra guerra non è contro singole persone” scrive nel novembre di quell’anno la rivista “Terrore rosso”: “Noi sterminiamo la borghesia come classe. Nell’istruttoria non cercate documenti o prove su ciò che l’accusato ha commesso. La prima domanda che dovete porgli è a quale classe appartiene. Sta in questo il senso e l’essenza del terrore rosso”.
(Tratto da Il Foglio del 29 marzo 2011)

Sergej P. Mel’gunov
Editore: Jaca Book
Prezzo: 29 euro

 

 

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