Sacconi: La modifica dell'articolo 18 sia vera, basta veti ideologici

Maurizio Sacconi

"La modifica dell’articolo 18 deve essere ’vera’. Sarebbe assurdo un saldo finale fatto di piu’ rigidita’, piu’ oneri e meno sicurezze". Lo ha affermato l’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, in una intervista all’Ansa, in vista del decennale della morte di Marco Biagi, il giuslavorista bolognese ucciso dalle Br il 19 marzo del 2002.


Una riforma vera consiste, sostiene Sacconi, in "una diversa regolazione, certa nei modi e nei tempi, delle sanzioni connesse ai licenziamenti disciplinari per consentire la risoluzione, anche adeguatamente onerosa, della relazione di lavoro quando si spezza il rapporto fiduciario. Insomma indennizzi e servizi di ricollocamento, non reintegrazione. La stessa delega al magistrato suscita perplessita’ perche’ la giurisprudenza e’ parte del problema e non della soluzione. E poi non capisco perche’ non si parli di dare attuazione alla legge che ha istituito l’arbitrato con cui, volontariamente, le parti possono ottenere subito un giudizio ’per equita"’. Sacconi ha inoltre affermato di "temere" soluzioni ’light’ per "compiacere" la sinistra. "Le pressioni sul governo sono molte. Esso deve dimostrare soprattutto su questo argomento - sottolinea - di rifiutare l’antico veto ideologico, di essere orientato solo all’interesse generale senza quei tatticismi che potrebbero essere giustificati solo da ambizioni del ’giorno dopo’. Come fu per la scala mobile nel 1984, una vera riforma dell’articolo 18 avrebbe effetti non solo diretti ma anche piu’ generali perche’ darebbe l’idea di un Paese liberatosi dal Novecento ideologico e dai suoi blocchi, piu’ capace di muoversi nella nuova dimensione competitiva. Tanto quanto una riforma fasulla farebbe ritenere che nemmeno il governo dell’emergenza puo’ farcela".

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