Alfano al Corriere: Berlusconi il candidato più forte. Io guiderò il Pdl

L'intervista al Corriere della Sera del 12 luglio 2012

Angelino Alfano

La premessa è d’obbligo, visti i colpi di scena a cui ha abituato la politica italiana: è sicuro che il Cavaliere scenderà nuovamente in campo e non ci ripenserà? Alfano non mostra incertezze, «non siamo nella fase dei ripensamenti ma in quella dei ragionamenti. Berlusconi non ha ufficializzato la candidatura, ma noi glielo stiamo chiedendo e sono certo che lo farà. E chi ci ha guidato in tante battaglie, ci guiderà anche in questa». Già da tempo il fondatore del Pdl aveva affrontato la questione con il segretario del partito, "e c’è un motivo - racconta Alfano - che ha portato a questa decisione. È la legittima domanda di avere un giudizio popolare sugli anni più difficili della storia repubblicana. Gli anni bui della crisi economica, ingiustamente attribuita a Berlusconi. Gli anni dell’aggressione moralista tramutata in processo penale. Gli anni dei tranelli nel Pdl, dove il cofondatore ha organizzato l’opposizione interna. Alla fine di un quinquennio così controverso è giusto che il protagonista di questa storia chieda al popolo un nuovo giudizio e un nuovo mandato».


La sua versione assolutoria della caduta di Berlusconi non coincide con quella dei vostri elettori, che si sono sentiti traditi per il fallimento politico nella gestione della più grande maggioranza parlamentare della storia repubblicana.

"Alla domanda risponderanno gli elettori nelle urne. Certo in tre anni sono stati commessi errori, ma non credo che evitandoli l’epilogo sarebbe cambiato. Ci sarà però un motivo se chi è stato all’opposizione del nostro governo, e risulta ora in testa nei sondaggi, ha meno voti di quanti ne prese nel 2008".


Ma se uno come Berlusconi, che aveva annunciato di voler fare «l’allenatore», decide poi di scendere in campo, vuol dire che non è soddisfatto di come gioca la sua squadra.

"Quei giocatori saranno accanto a lui nella partita. Quanto alla ragione della sua nuova discesa in campo, è dettata dal fatto che Berlusconi ancor oggi è il più forte candidato del Pdl e che quanto accaduto nell’ultimo anno necessita, giustifica, pretende un giudizio popolare. Il fatto di aver cercato questo giudizio dopo aver sostenuto il governo Monti, e non prima, con rancore vendicativo e un’affannosa ricerca di rivalsa, avrà un peso importante e positivo".


Sta di fatto che, dopo aver lanciato il più giovane segretario di partito e dopo aver dato l’assenso alle primarie, invece di Alfano, sulla scena torna il Cavaliere.

"Berlusconi non è mai uscito di scena. E lo schema che si prefigura oggi è esattamente quello della foto scattata il primo luglio di un anno fa, nel giorno della mia elezione a segretario del Pdl: Berlusconi presidente del Consiglio e io alla guida del partito. È solo nella prospettiva di rafforzare il Pdl che ho sempre lavorato".


Veramente si parlava di lei come candidato premier. Ora spunta l’ipotesi del ticket con il Cavaliere.

"Berlusconi non ha bisogno di ticket, ha sempre vinto senza accompagnatori. Per quanto mi riguarda, se volesse farsi affiancare da qualcuno, gli consiglierei una protagonista femminile del nostro partito. Ne ho in mente più di una da suggerirgli".


Lo sa che i suoi avversari - dentro e fuori il Pdl - parlano di un suo ridimensionamento se non di un suo dimissionamento. Le rimproverano di non aver avuto il cinismo necessario per contrapporsi a Berlusconi.

"Se non ho il cinismo necessario alla politica, è colpa della politica che ne chiede troppo, e non mia che non ne ho. Comunque, è tutto messo in conto. Le leadership si costruiscono nel tempo e si forgiano nelle difficoltà".


Difficoltà in cui l’ha messa anche Berlusconi. La battuta sulla mancanza del «quid», per esempio...

"A tutti gli uomini di questa terra manca un quid. La perfezione appartiene agli dei".


 ... E poi il lavorio ai fianchi, i boatos sulle liste civiche, lo spacchettamento del Pdl, le voci sulle candidature di Montezemolo e Passera alla guida del centrodestra, l’idea del Cav aliere di farle da ministro dell’Economia...

"Ma non è stato Berlusconi a mettermi in difficoltà. In questa fase storica di profondi sconvolgimenti non si può pretendere di tenere la posateria in ordine su una barca che fronteggia una tempesta. C’è sempre qualcosa in disordine, l’importante è la rotta. E noi la rotta l’abbiamo tenuta. Eppoi, ricordo quando da ragazzo - alla prima lezione nautica - mi insegnarono come navigare controvento. Ecco, questo è tempo di bolina".


Nel partito avete valutato i pro e i contro della candidatura di Berlusconi?

"I contro? E quali sarebbero?".


Che gli elettori interpretino questa mossa come una sorta di «operazione nostalgia», con il Cavaliere nei panni di Eltsin che cerca di tornare al potere.

"Berlusconi è ammesso di diritto alla sfida successiva come detentore del titolo, per aver vinto le ultime elezioni".


Intanto, addio al rinnovamento.

"Il rinnovamento è già in atto a livello nazionale e locale. Se poi, nella nuova legge elettorale, ci fossero le preferenze, spetterebbe ai cittadini l’ultima parola".


Dall’Udc al Pd, l’annuncio è stato accolto da battute sarcastiche e duri commenti.

"Dopo diciotto anni ci siamo abituati. Eppoi, quanti capelli grigi, quante lucine fioche stavano dietro quei commenti. La gerontocrazia che parla del nuovo...".


Non sarà Berlusconi il ’nuovo’..

"È di sicuro il leader politico italiano da meno anni presente nelle istituzioni. Consiglio un po’ di serietà perché questo argomento è sconveniente per tutti gli altri".


Di Pietro sostiene che, se il Cavaliere si ricandida, sarà perché ha interessi personali da difendere.

"Berlusconi ha difeso l’interesse nazionale quando ha lasciato Palazzo Chigi, sostenendo il governo Monti".


Maroni si è chiesto se «il presidente del Milan» è sceso in campo ’a San Siro’.

"Con il segretario della Lega a tempo debito faremo un discorso serio che riguarderà il futuro del Paese e del Nord".


Il presidente di Confindustria Squinzi, appresa la notizia, ha chiesto di parlare della tappa del Tour de France.

"Da segretario del Pdl sono certo che - quando sarà chiamato a scegliere - il mondo delle imprese ricorderà come abbiamo difeso le sue buone ragioni in Parlamento. E accoglierà positivamente il nostro programma di governo".


E il vostro programma sarà in continuità o in contrapposizione con la linea di politica economica di Monti?

"Sulle tasse e gli eccessi di Equitalia, sarà in dissenso. Sui tagli agli sprechi e gli impegni assunti in Europa, sarà in continuità".


Pensa che Monti avrà ancora un ruolo politico attivo dopo le elezioni?

"È senatore a vita. E non ha la tendenza a diventare patrimonio di una parte".


E se dal risultato elettorale dovesse emergere un verdetto di parità, sareste disponibili alla grande coalizione?

"A una squadra che sta per disputare una partita, e che punta a vincere nei tempi regolamentari, non si chiede come affronterà i supplementari".

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