Alfano alla Camera: Conclusa l'esperienza del governo Monti

Il discorso del segretario politico del Pdl alla Camera

Angelino Alfano

Signor Presidente, onorevoli colleghi,
apprendiamo oggi con una certa sorpresa che la notizia di oggi è che è morta la speranza dell’onorevole Bersani e dei colleghi di sinistra in un centrodestra migliore e più forte. Non ci eravamo mai accorti che avessero coltivato questa speranza. Hanno piuttosto coltivato la speranza di abbattere in tutti i modi un’area politica che è stata, e siamo convinti rimarrà, maggioranza in questo Paese.

Ecco perché noi vorremmo dire con grande chiarezza che quando l’onorevole Bersani dice che la nostra campagna elettorale sarà fatta con slogan, con concetti di «no tasse», «no Europa», «no regole», «no comunisti», l’unica cosa che azzecca è «no comunisti». Lo diremo non perché crediamo che mangino i bambini, ma perché crediamo che facciano sbagliare la riforma del mercato del lavoro, che non firmino l’accordo sulla produttività (Applausi dei deputati del gruppo popolo della Libertà), che non mandino avanti la libera intrapresa, che immaginino un quadro di regole che siano contro il lavoro e le imprese. Non loro, gli effetti tralatici della loro cultura.

E adesso veniamo alla ragione che ci porta a fare questi interventi qui. La ragione è una, ed è questa: vedete, 13 mesi fa questo Governo nacque perché le cose andassero meglio. Dopo 13 mesi le cose vanno peggio. Non abbiamo bisogno di troppi argomenti. Noi abbiamo agevolato, acconsentito, voluto la nascita di questo Governo ed il Presidente Berlusconi, che non era stato sfiduciato da quest’Aula e non aveva perso le elezioni, ha detto di sì alla nascita di un Governo, nella speranza che nel nostro Paese le cose andassero meglio. Ed oggi che siamo qui a dire che consideriamo conclusa l’esperienza di questo Governo, vogliamo dare atto al Presidente Monti che nulla del nostro giudizio ha che fare con la rispettabilità della sua persona, con il decoro con cui ha servito e serve le istituzioni repubblicane, con la lealtà con cui ha condotto il rapporto con le forze politiche e con la nostra in particolare.

Nel momento anche del giudizio negativo nei confronti di questo Governo, noi abbiamo il dovere di dire agli italiani perché pensiamo che le cose vadano peggio. Pensiamo che le cose vadano peggio perché il debito pubblico è peggiorato, perché non abbiamo visto nessuna strategia di sviluppo, perché il PIL è diminuito, perché la produzione industriale è diminuita, perché i consumi sono in picchiata, perché l’inflazione è cresciuta, perché la disoccupazione è cresciuta, perché le tasse sono aumentate, perché la produzione nel settore delle costruzioni è crollata, perché è crollata la compravendita degli immobili e perché sono stati compiuti alcuni errori.

Noi crediamo anche che gli errori principali di questo Governo li ha fatti compiere il Partito Democratico. Mi riferisco più specificamente alla riforma del mercato del lavoro che anche nel momento in cui il Partito Democratico aveva dato un’apertura ... Calma, calma!La cosa che intendo ribadire è che sulla riforma del mercato del lavoro, quando anche il Partito Democratico aveva dato una disponibilità ad una riforma che fosse veramente tale, il Partito Democratico si è piegato ai diktat della CGIL, che a sua volta ha subito i diktat della FIOM.

Questa è la verità di questi mesi, e noi vogliamo evitare che questa sia la verità per i prossimi anni, cioè un Governo a trazione economica della CGIL e questo è il motivo per cui noi diremo queste cose con grande chiarezza. Vedete, noi abbiamo notato come alcune cose in questi mesi non siano andate bene. L’epilogo è stato il voto sbagliato, sbagliatissimo, dell’Italia all’ONU sullo Stato di Palestina che ha riorientato la politica estera italiana in una direzione che non è quella che ha fatto bene all’Italia in questi anni. Noi lo consideriamo un errore e lo ascriviamo, anche in questo caso, al cattivo condizionamento della sinistra nei confronti di questo Governo. Anche in materia di giustizia, noi abbiamo fatto un patto con le forze politiche che sostenevano questo Governo, che fosse approvata la legge contro la corruzione, che portava la mia prima firma come Ministro della giustizia e che era stata proposta dal Governo Berlusconi. Quel disegno di legge è stato approvato e quell’impegno è stato onorato.


Ieri è stato approvato il decreto attuativo di quel disegno di legge e noi salutiamo con favore quell’approvazione, ma riscontriamo che il Governo non ha avuto la forza, forse, di mantenere gli altri due impegni e cioè una seria regolamentazione dell’abuso delle intercettazioni e l’approvazione della responsabilità civile dei magistrati che sono l’unico corpo istituzionale di questo Paese che ha diritto a sbagliare senza rispondere dell’errore. Noi vorremmo che il Governo impiegasse le ultime settimane che ha davanti per adempiere all’impegno assunto anche con noi. Noi vorremmo che gli impegni in materia di giustizia fossero mantenuti. Così come - lo dico con il sorriso e con altrettanta chiarezza all’onorevole Casini e all’onorevole Bersani che hanno abusato dell’espressione irresponsabilità o irresponsabili - noi non ci faremo attaccare addosso la lettera scarlatta della «i» di irresponsabili.


Sapete perché non ce la faremo attaccare addosso? Perché noi non siamo stati e non siamo degli irresponsabili. Semplicemente non crediamo che responsabilità faccia rima con cecità e non crediamo che il rispetto delle istituzioni coincida con il dispetto alla realtà delle cose. Noi ieri non abbiamo votato la sfiducia perché votare la sfiducia avrebbe forse causato per il nostro Paese l’abisso dell’esercizio provvisorio. Noi ieri non abbiamo votato la sfiducia perché vogliamo concludere ordinatamente questa legislatura. Noi non abbiamo votato la sfiducia perché consideriamo conclusa l’esperienza del Governo Monti ma non vogliamo mandare le istituzioni e il Paese a scatafascio. Questo è il nostro senso di responsabilità, come è stato responsabile da parte nostra votare provvedimenti che, in buona misura, non abbiamo condiviso perché siamo stati persone di parola e abbiamo votato «sì» anche quando non abbiamo pienamente condiviso, perché era stato il nostro impegno quello di sostenere questo Governo.


A questo gesto e a questa scelta noi abbiamo pagato un conto salato anche con il nostro elettorato, un elettorato al quale noi ci rivolgeremo dicendo esattamente ciò che pensiamo. Pensiamo di credere nell’Europa, e pensiamo che però credere nell’Europa non significhi dire sempre di «sì» alla Germania e alla Francia. Noi crediamo che le tasse vadano pagate ed è il motivo per cui abbiamo combattuto contro l’evasione raddoppiando, dal 2008 al 2011, l’incasso della lotta all’evasione, ma siamo contro le violenze nella esazione e siamo per rivedere i poteri di Equitalia. Noi crediamo che le tasse vadano pagate ma che, al pari del debito pubblico e al pari della spesa pubblica, siano troppo alte e dunque vadano diminuite unitamente al debito pubblico e alla spesa pubblica. Dire questo è dire esattamente ciò in cui abbiamo sempre creduto.


Vedete, abbiamo capito su che cosa farete la campagna elettorale, la campagna elettorale sarà fatta spiegando che ci sono protagonisti della vita politica italiana recentemente precipitati qui da Marte che non hanno svolto ruoli nelle istituzioni e che devono spiegare a noi che cos’è la responsabilità di Governo.


Noi sappiamo cos’è la fatica del Governo e lo diciamo anche al Presidente Monti, ma non accettiamo, onorevole Bersani, che voi facciate i marziani. Voi avete governato questo Paese per otto anni dall’avvio della seconda Repubblica, governate le città, governate i comuni e non vi consentiremo di sottrarvi alle vostre responsabilità. E, in conclusione, vi dico una cosa, che è la cosa su cui noi ci impegneremo da qui alla conclusione della legislatura e poi in campagna elettorale; glielo dico con una certa fermezza e con una certa solennità dal nostro punto di vista: noi non faremo riscrivere da voi la nostra storia. Noi non consentiremo che siate voi a scrivere la nostra storia anche perché, quando scrivete la storia, amate usare il bianchetto per le cose che vi convengono e l’evidenziatore per quelle che non vi convengono. Noi ci siamo, restiamo in campo e combatteremo un’altra partita per vincere in questo Paese e dare ai moderati italiani una prospettiva che sia alternativa a quella vostra.

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